lunedì 2 aprile 2007

quatta quatta

io arrivo di notte
a sentirne il respiro
e guardo attraverso
la feritoia della bocca
la leggera imperfezione dei suoi incisivi.

poi lo annuso
nell'incavo che forma
il collo congiungendosi al resto del corpo,
perché qui lui condensa inebriante l'essenza
che genera vertiginosi picchi al desiderio.

oppure lo tocco leggera
gli passo una mano sospesa sui muscoli stanchi,
lo frugo, gli conto le costole,
e lui a questo punto, nel sonno, sorride disteso.

una volta soltanto mi ha chiamato per nome.

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