mercoledì 31 ottobre 2007
poesia di max che è un pò anche mia...
Un pensiero,
uno solo
prima di addormentarmi.
Infondo è semplice
me lo merito.
E poi fa freddo.
Ti guardo nella mia mente
ho rubato la tua immagine.
Ed ora la porto con me
come un ladro di polli.
Vorrei toccare i capelli
che vedo ora,
la tua magrezza
le tue mani.
Trasformare la paura che sento
quando ti avvicini
in un abbraccio inconfessato.
Sentire l’odore della tua stanchezza.
Drogarmene.
Ecco è finito
ll pensiero.
Eccomi:
con una sigaretta
che sta per spegnersi.
Spegnersi.
Tra le dita.
Eccoti:
con tua moglie
e le tue bambine
e tutti e quattro
che mi cacciate.
Ma ti avvicinerai ancora
e avrò ancora timore
di indegnità.
O imbarazzo.
Chissà.
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3 commenti:
Ho sritto questa poesia per una persona che neanche immagina. A chi immagina, a chi sente, a chi ha vissuto tutto questo io la dedico. Un po' come fece Baudelaire, definendoli "fleurs maladives". Ma io, senza talento. E' difficile avere molta felicità da donare e sapere che è offensiva, non gradita, non voluta. Non c'è una spiegazione, o un motivo o una logica: "aracano è tutto fuorchè il nostro dolor".
è da 25 anni che ti voglio bene, e ritengo un dono della buona sorte l'averti conosciuto.
Barbara non è come il caffè la mattina di inverno, o il tè alle quattro (eh siamo italiani) nelle corsie. Barbara non è una mela succosa solo un po'. O una spremuta che se ci aggiungi un po' di zucchero è meglio.
E' un cocomero d'estate più rosso dei coralli di Antartide, è è il Natale dell'anno 0, il canto di Eolo, le corde del mio arco.
Cosa importa se sbaglio spesso beraglio?
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