giovedì 1 novembre 2007

assunta



ogni giorno
tu
mi togli il fiato
e me lo restituisci
ossigenato
e riesci a essere immenso
o a farti piccolo
da stare nel palmo di una mano,
come adesso,
che ti sto accarezzando con un dito
e seguo il tuo profilo
irto e piano
come se fosse l'unico obiettivo,
e ascolto la tua voce
quando tace
e ancora sento i fischi e forte
il suono
che provocò la polvere da sparo,
perché
la prima volta che ti ho visto
contrabbandavo bronzo
e tu forgiavi,
su commissione,
palle per un cannone
ottomano...
per questo c'è una torre saracena
nel panorama occulto dei tuoi sogni,
e quello che è accaduto a tutti e due,
io lo ricordo solamente in parte,
e porto le ferite,
ma tu ce l'hai presente,
e questo rappresenta
motivo sufficiente
per cui
non c'è occorrenza
ch'io salga quei gradini
che portano da terra
al terzo piano
perché noi ci incontriamo
molto più in alto
e molto più vicino...

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