lunedì 14 gennaio 2008

caramel (scene da un film)


la prima volta che la vide entrare, notò nel suo viso qualcosa che accendeva, e si sentì di paglia
- desidera?
- uno shampoo.
le lavò la testa con la stessa devozione con cui la maddalena, durante la cena a casa di simone il fariseo, asciugò (con capelli certamente simili), i piedi a gesù.
massaggiò a lungo il capo.
si passava tra le dita le ciocche, accarezzandole; avanzava coi polpastrelli lungo le curve del suo cranio, scoprendolo perfetto. non riusciva a staccarne le mani.
lei stava con gli occhi chiusi e una espressione estatica sul viso che la faceva ancora più bella, se possibile.
ogni tanto sollevava le palpebre puntandole addosso due fari che erano come raggi X e l'altra in quei momenti non sapeva cosa fare, se non fingere indifferenza continuando a ungere di balsamo profumato i tentacoli di piovra corvina che sempre più sembravano risucchiarla in un vortice il quale, partendo dallo scarico del lavandino, finiva nelle profondità del mare, ove trovava lei vestita da sirena.
fu lo shampoo più lungo e accurato che si fosse mai visto in quel salone di bellezza di beirut.
i capelli rispondevano alle cure ricevute con docilità, e tutto l'ambiente ne risentì positivamente. il ficus poggiato sul trespolo e agonizzante da due mesi rinverdì, e il neon intermittente dell'insegna riprese a funzionare come doveva.

lei tornò ogni settimana, per molti anni ancora.

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