domenica 20 gennaio 2008

pudicizia e disinganno (nella distanza di pietra il tuo sguardo eterno m'è dato)



il velo da cui guardo
mi lascia nuda,
ma pure se altri vedono,
rimango attraversabile da te,
da te soltanto.



tu sei di fronte a me,
e la tua rete è pesa.
le maglie elaborate che ti vestono
diventano di acciaio,
comprimono, schiacciandolo, lo spirito.
e vedo nello sguardo a me rivolto,
l'antichità di quella sofferenza.

ma per volere di un'arte o di un incanto,
davanti a me rinasci come nuovo,
esci dal mare, sorgi dalle acque,
e io che sono stata tua per poco
sarò per te per sempre,
così come mi vedi:
nuda all'altezza dei nostri occhi petri,
e puro tu, nell'atto di affrancarti.

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