mercoledì 9 gennaio 2008

confessioni di un impiegato


è di notte che un poco mi placo.
è di notte, a quest'ora, che i pensieri si tendono da contratti che erano, e così la fronte.
perciò aspetto per tutto il giorno la sera, e cerco di farla durare il più possibile, e finisce che vado a letto tardi che non so nemmeno che ore sono e dormo il minimo e capita che mi svegli di soprassalto come se avessi appena finito di fare qualcosa tipo combattere una battaglia o conversare con un fantasma, o magari entrambe le cose.
sono anni che avverto fatica di vivere senza che ci sia un reale motivo.
sono anni che ho perso l'allegria e anche qualcos'altro.
domani mi sveglierò alla solita ora e inizierò il rituale che mi porterà a fare quello che devo fare, ma quello che vorrei è scrivere e amare.

scrivere, e amare.

4 commenti:

tobina ha detto...

Amica, vorrei poterti ridare un poco dell'allegria di un tempo... io CREDO che non sia ancora troppo tardi.

tobina ha detto...

Chiara

Anonimo ha detto...

è di notte che un poco mi sveglio. Le mie iridi aprono ottiche inquietanti, a volte vere, altre false, a volte entrambe. Scrivere, e amare. Scrivere è amare? Scrivere, o amare. in quale dilemma si infilerà stanotte la mia lingua, il soffio di sabbia del sogno che solleva le palpebre appesantite di giorno? e mi trascino in questo nuovo paesaggio interno fino al ciondolare sconnesso del camion dell'immondizia, in sosta sotto la mia finestra, quando arriva la luce dell'alba e, finalmente, finalmente, dormo.

anonimo (quello di qualche giorno fa...prima o poi mi darò un nome).

missfilter ha detto...

scrivere e basta, mi sa.
sull'amare, nessuna certezza. come sempre.