venerdì 2 novembre 2007

guardavo il mondo da un oblò...



Io non sono mai stata
brava
a distinguere
tra la vita e la letteratura,
perciò
incappo in errori madornali.
Adesso voglio solo
uscire
da queste stanze all'apparenza vuote,
dove invece aleggi,
indiscusso e monumentale,
e guardare i venditori di crisantemi
vicino a casa mia.
Tra poco sarà tardi e ormai fa buio presto,
e girano maniaci per la strada.
Io avanzo disarmata,
ma ho voglia di stare fuori a lungo,
pure se non sarà liberatorio,
perché, lo sai,
perfino l'aria che respiro sa di te,
e nelle orecchie ho solo
ruggiti di leoni catturati
e vincolati alla cattività.

Rumori che mi straziano.

Molla la catena e
lasciami allontanare dal tuo raggio,
visto che sei convinto
di poterne fare a meno.
Io, invece, non ci credo affatto,
perché l'uncino è ben acuminato,
e noi due siamo simili
(io forse un po' più seria).

Però devo provarci,
e quello che spero di trovare
è un posto con l'ossigeno
e il verde necessario
a far sembrare tutta un'altra cosa
questo mio dramma in rosa
(che manco a raccontarlo ad un amico viene bene)
causato da parole riscaldate
e poi centrifugate
dentro la lavatrice che è il mio cuore,
solo che si è trattato
di un ciclo di lavaggio esagerato,
rispetto a quello di norma suggerito
sull'etichetta "capi delicati".

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