giovedì 22 novembre 2007

i peccatori universali

io sto pensando di andarmene.
prendermi una pausa da me stessa e andarmene.
dove, non lo so.
sarei sempre con me, però potrei fare finta di essere un'altra.

una ladra di polli, magari.
ci vuole prontezza di riflessi e agilità per fare la ladra di polli.
se pure riuscissi a superare lo steccato che separa dalle gabbie, sarebbe il pollo a farmi fessa.
basterebbe che agitasse un po' le penne perché io mi spaventassi lasciandolo sfuggire dalle mani e a quel punto lui avrebbe recuperato la libertà e io l'avrei persa a causa del fattore che svegliatosi per gli schiamazzi prontamente mi consegnerebbe alle forze dell'ordine.
i carabinieri che se ne farebbero di una ladra di polli rinchiusa nelle patrie galere fin troppo stipate di malviventi d'altra fattura?
probabilmente mi utilizzerebbero come acchiappamosche nei pomeriggi afosi.
e io sarei costretta a battere le mani tutto il tempo fino a farle diventare rosse ma nel frattempo mi sarei allenata a dare schiaffoni che è un'arte che può sempre tornare utile nella vita, specie contro i malintenzionati.

che poi non ne ho conosciuti pochi di malintenzionati.

sui treni quando viaggiavo di notte una volta mi trovai addosso le mani di uno sconosciuto; quell'altra volta per strada ero ferma al semaforo e uno mi palpeggiò il culo, con una certa delicatezza, devo dire, in mezzo ad altra gente e io ero così tanto in buona fede e così tanto convinta di non poter risvegliare alcuno stimolo sessuale vestita com'ero, da pensare che quel tocco fosse stato determinato dalla mia gonna smossa dal vento che ricadeva sulla chiappa.
quando mi resi conto che non un refolo soffiava e che questo tipo mi stava alle spalle a una distanza anatomicamente pericolosa, scattò il verde e lui si dileguò nella notte e io rimasi con un improperio che si disperse a mezz'aria.

un'altra volta sempre nel treno, quello che gestiva il bar, con la scusa di farmi fumare una sigaretta nel bagno di servizio che utilizzavano loro, mi saltò addosso e io dovetti dirgli che ero fidanzata e fedelissima per togliermelo di dosso, al ché lui colto da lieve senso di colpa nei confronti della sua (vera) fidanzata disse: "che c'entra, anche io..." e quindi non negandone l'esistenza (allora si che sarebbe stato stronzo) ma solo pensando che non ne avrebbe mai saputo niente e quindi non ne avrebbe sofferto, ripartì alla carica e io dovetti spiegargli com'è brutto prendersi gioco delle persone.
sarebbe potuta essere una sveltina nel cesso delle fs, e oggi avrei potuto raccontarla se non ai miei nipoti, almeno a quelli di qualche conoscente, ma grazie al fidanzato invisibile l'ho evitata. però lui si sentì in dovere di offrirmi un pezzo di torta e la cioccolata.

oppure quella volta, avevo 5 anni, che entrata nella chiesa vuota vidi un vecchio della locale casa di riposo, uno che sembrava pure mezzo rincoglionito, solo tra i banchi e io per gentilezza, perché così mi avevano insegnato dalle suore, a rispettare tutti e a consolare gli afflitti, sedetti accanto a lui.
quello mi disse di avvicinarmi e io, che ero già a mani giunte, in men che non si dica mi ritrovai le sue, grezze e pelose, nelle mie mutandine coi pupazzi colorati.
non è che fui capace di gridare...
non mi rendevo conto di quello che stavo subendo sotto la statua benedicente di nostro signore. dissi solo: "me ne voglio andare". guardandolo negli occhi glielo dissi, questo me lo ricordo, e i suoi occhi erano poco più che fessure che non permettevano che se ne intravedesse la pupilla e certo non il colore ma a me sai che me ne fregava del colore. quello mi lasciò scappare e io mi feci pure il segno della croce con l'acqua santa e poi l'inchino prima di uscire e però una volta fuori il senso del peccato si era già insidiato in me perché sennò l'avrei raccontato a mio padre che aspettava al bar con i suoi amici ma non gli dissi nulla che avrebbe potuto pensare che me la fossi cercata sedendomi così vicino a lui.
così a cinque anni io non persi la verginità, ma l'innocenza si.

se io prendessi questo periodo di ferie da me potrei spacciarmi per una venditrice di aspirapolvere ed entrare nelle case degli altri e vedere come vivono la vita. la mia è una vita a cottimo dove le pecorelle che conto prima di addormentarmi sono in realtà locuste con le quali fatico a spiegarmi e quelle che mi capiscono dopo un po' smettono di ascoltare.

ci sono panorami bellissimi che se troppo osservati diventano scontati e di cui tu ti stanchi. io però del cielo azzurro quando stavo ad altre latitudini non mi stancavo mai perché non era un cielo piatto ma cangiante.
invece quello grigio di milano finisce per colorarmi il cuore di analogo colore e c'è poco da fare se non aspettare che passi, ma è lunga da fare.

questa storia non è che volesse giungere per forza a una conclusione; è che è stata una giornata forte da attraversare e pure il video che ora si è improvvisamente rabbuiato come il viso di una che conosco vuole solo significare che c'è un virus da qualche parte che sta agendo di nascosto o che è così che le cose devono andare e cioè che qualcuno ad un certo momento spegne la luce e ti dice che è ora di andare. non è vero, amore?

5 commenti:

Anonimo ha detto...

ma di che parli e quanti anni hai e come hai i capelli e che fai nella vita e fumi o hai smesso e che tipo di amore conosci e soprattutto come si fa a scrivere così vivendo a milano

missfilter ha detto...

e tu chi sei?

Anonimo ha detto...

ciao, ho risposto alle tue mail, impossibilitata alla connessione, mi scuso. esisto non sono un fantasma, ma lo diventerò a breve, o meglio sarò pulviscolo, cenere, polvere, voglio essere cremata e gettata, oplà nel vento. mi scuso per non dirti niente ora e per non averti scritto niente nella mail, ma sono stanca. preparata alla signora morte da un bel po' di tempo, ma alla nicotina non rinuncio, oramai... e poi devo mantenere le forze aspettando la telefonata di arge. non devi gelarti, rattristarti, tutto ha un inizio e un inevitabile fine, sta a noi far sì che il percorso sia il più ricco possibile, ed io non ho nessun rammarico. ho viaggiato in tutto l'emisfero ho scopato, uomini donne entrambi, ho tirato, ho fumato, ho bestemmiato, ho picchiato, ho conosciuto persone. non mi sono fatta mancare niente. mi mancherà una sola cosa e per questo spero in arge, detto fra noi un millesimo di dubbio l'ho anch'io....VIVI Barbara, fa che ogni giorno sia il TUO giorno. nadia (caino, vattelapesca ecc....)

Anonimo ha detto...

doloroso cercare voi due senza più sapere niente di me

missfilter ha detto...

per nadia: ecco, fumeremo insieme.
che cosa, lo decideremo poi.

per anonimo/a: non sapere più nulla di sè può essere un ottimo inizio.